Torre Pallavicina

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Torre Pallavicina
comune
Torre Pallavicina – Stemma
Torre Pallavicina – Bandiera
Torre Pallavicina – Veduta
Torre Pallavicina – Veduta
Cortile interno di Palazzo Barbò
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Bergamo
Amministrazione
CapoluogoVillanuova
SindacoAntonio Marchetti (lista civica Obiettivo comune) dal 15-5-2011
Territorio
Coordinate
del capoluogo
45°27′N 9°52′E / 45.45°N 9.866667°E45.45; 9.866667 (Torre Pallavicina)
Altitudine95 m s.l.m.
Superficie10,62 km²
Abitanti1 114[3] (31-8-2023)
Densità104,9 ab./km²
FrazioniVillanuova (sede comunale), Torre, Santa Maria, Portici[1]
Comuni confinantiFontanella, Orzinuovi (BS), Pumenengo, Roccafranca (BS), Soncino (CR)
Altre informazioni
Cod. postale24050
Prefisso0363
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT016217
Cod. catastaleL276
TargaBG
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[4]
Cl. climaticazona E, 2 251 GG[5]
Nome abitantitorrepallavicinesi
Patronosanti Nazario e Celso
Giorno festivoultima domenica di luglio[2]
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Villanuova
Villanuova
Torre Pallavicina – Mappa
Torre Pallavicina – Mappa
Posizione del comune di Torre Pallavicina nella provincia di Bergamo
Sito istituzionale

Torre Pallavicina [ˈtorːe palːaviˈʧiːna] (Tór Palaisina [ˈtoɾ palaiˈzina] in dialetto bergamasco[6]) è un comune italiano sparso di 1 114 abitanti[3] della provincia di Bergamo in Lombardia.

Situato nella pianura orientale bergamasca, al confine con le province di Brescia e di Cremona, dista circa 38 chilometri a sud-est dal capoluogo orobico.

Storia[edit | edit source]

Le poche informazioni inerenti alla storia di Torre Pallavicina riguardano quasi unicamente l'epoca medievale. Prima di questa si presume che il territorio fosse interessato da piccoli insediamenti risalenti all'epoca romana, dato che il borgo veniva inizialmente identificato con il nome di Floriano, probabilmente inserito in quello che veniva comunemente chiamato vicus Florianus.

Al termine della dominazione romana si verificò un periodo di scarsa antropizzazione del territorio, interrotta dall'arrivo dei Franchi. Furono questi a dare vita all'istituzione del Sacro Romano Impero, i cui reggenti governarono le sorti del paese per tutta l'epoca medievale.

Si sa che questi territori vennero donati in feudo, unitamente alle zone circostanti, al Vescovo di Cremona già nell'XI secolo.

Fu però con l'arrivo della signoria dei Barbò, documentata dal 1070, che il borgo ebbe un periodo di notorietà, durante il quale, risentendo delle lotte di fazione tra guelfi e ghibellini, ritenne necessario dotarsi di numerosi edifici fortificati. I signori del borgo, di schieramento ghibellino e legati con la signoria dei Visconti di Milano, fecero erigere a Tristano Sforza, figlio di Francesco, una torre sui loro territori che fungesse da vedetta sulle zone limitrofe e sul corso del fiume Oglio, da sempre confine tra le varie entità politiche. La torre venne edificata allo scopo di difendere il confine dai cremonesi e dai bresciani[7].

Qualche tempo più tardi a fianco della torre venne costruito un palazzo,[7] con scopi sia difensivi che residenziali, dal marchese Galeazzo I Pallavicino, che fece costruire anche l'omonimo canale irriguo che scorre nel paese. Questi sposò Elisabetta Sforza, figlia naturale di Tristano Sforza.[8] Da questo matrimonio ottenne anche il possesso del borgo, che assunse il nome di Torre Pallavicina.

Essendo zona spartiacque anche tra la Repubblica di Venezia ed il Ducato di Milano, venne inserita in una vera e propria zona franca, chiamata Calciana, senza tasse da versare e con una propria amministrazione. E come in tutte le zone di confine, notevole era il contrabbando praticato nonostante le rigide leggi che lo vietavano, pena dure sanzioni, anche se per gli abitanti stessi questa era una delle principali fonti di sostentamento.

La totale esenzione dalle tasse durò fino alla metà del XVIII secolo, mentre pochi decenni più tardi si verificò il passaggio alla Repubblica Cisalpina. La nuova dominazione revocò tutti i privilegi riservati al paese, che fu annesso al dipartimento facente a capo a Bergamo, ed unito amministrativamente ai vicini comuni di Calcio e Pumenengo.

Nel XX secolo il paese ha subito la crisi del settore agricolo che, non compensata dall'evoluzione industriale, lo ha nuovamente relegato a ruolo marginale nell'economia della bassa bergamasca.

Simboli[edit | edit source]

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 13 gennaio 1994.

«Partito: il PRIMO scaccato di tre file di rosso e d'argento di tre pezzi; il SECONDO di azzurro, alla torre di rosso, merlata di tre alla guelfa, chiusa e finestrata di nero; al capo d'oro, caricato dell'aquila di nero dal volo spiegato. Ornamenti esteriori da Comune.»

Nello stemma sono raffigurati elementi che compongono il nome del paese: da una parte una torre e dall'altra l'arma dei Pallavicino (cinque punti di rosso, equipollenti a quattro d'argento; col capo d'oro, all'aquila di nero, coronata del campo). Il gonfalone è un drappo partito di azzurro e di bianco

Monumenti e luoghi d'interesse[edit | edit source]

In frazione Portici, entro il territorio comunale, si trova una grande villa rustica con palazzotto cinquecentesco in stile neoclassico, nota appunto come Villa del Portico.

Nella frazione Santa Maria in Campagna si trova inoltre la chiesa di Santa Maria Assunta, del XV secolo, restaurata nel XX secolo e inserita nella diocesi di Cremona; al suo interno ospita tele del XVIII e del XIX secolo, oltre a una notevole pala del Solaro raffigurante Maria Assunta. Di interesse l'antica chiesa romanica di San Nazario e Celso risalente al XII secolo.[9]

La frazione Torre ospita il palazzo Barbò, un'imponente costruzione del XVI secolo con sale affrescate da Giulio e Bernardino Campi. Nel parco del palazzo, di notevoli dimensioni, è situata la Torre di Tristano, risalente al XV secolo a opera di Tristano Sforza; lo scopo della costruzione era permettere una più agevole sorveglianza delle vie di comunicazione e del naviglio. Nei pressi del palazzo sorge anche la villa Olofredi, che versa in condizioni di degrado nonostante il fastoso passato.

La sede comunale Villanuova ospita infine il Museo della Civiltà Contadina.

Società[edit | edit source]

Evoluzione demografica[edit | edit source]

Abitanti censiti[10]

Note[edit | edit source]

  1. ^ Comune di Torre Pallavicina - Statuto
  2. ^ Comune di Torre Pallavicina, su comuni-italiani.it. URL consultato il 10 settembre 2022.
  3. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2023 (dato provvisorio).
  4. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  5. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  6. ^ Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario di Carmelo Francia, Emanuele Gambarini (a cura di), Dizionario italiano-bergamasco, Torre Boldone, Grafital, 2001, ISBN 88-87353-12-3.
  7. ^ a b Contino, Castello di Torre Pallavicina.
  8. ^ Pompeo Litta, Famiglie celebri italiane. Pallavicino, Modena, 1930.
  9. ^ Cenni storici, su comune.torrepallavicina.bg.it, Comune di Torre Pallavicina. URL consultato il 28 aprile 2021.
  10. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 31-12-2019.

Bibliografia[edit | edit source]

  • Carlo Perogalli, Enzo Pifferi e Angelo Contino, Castelli in Lombardia, Como, Editrice E.P.I., 1982.

Altri progetti[edit | edit source]

Collegamenti esterni[edit | edit source]

Controllo di autoritàVIAF (EN239252015 · GND (DE7700205-2
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